La Repubblica di Weimar è il periodo della storia tedesca compreso tra la fine della Prima Guerra Mondiale (1914-1918) e l'avvento del nazismo nel 1933. In quegli anni (1919-1933) la Germania fu retta da una democrazia parlamentare, mentre prima vigeva una monarchia costituzionale. Si tratta di un periodo di forti tensioni politiche e sociali, in parte causate dalle conseguenze della sconfitta bellica, ma molto florido sul piano artistico.
La Prima Guerra Mondiale vide contrapposti gli "imperi centrali" (tedesco, austro-ungarico e ottomano) contro gli "alleati" (Francia, Gran Bretagna, Russia e, dal 1915, Italia). Gli imperi centrali furono sconfitti e per la Germania, dopo aver perso 2 milioni di soldati, i termini del Trattato di Versailles furono onerosi: perse molti territori e fu costretta a pagare enormi cifre in termini di riparazioni di guerra. La Prima Guerra Mondiale si concluse non per una risolutiva sconfitta militare, quanto per una vera e propria rivoluzione politica ad opera di marinai, soldati ed operai tedeschi che si rifiutarono di proseguire l'avventura bellica, costringendo ad una ingloriosa fuga l'imperatore Guglielmo II.
Una scena tratta dal film tedesco "Westfront 1918" (r. di Georg Wilhelm Pabst, 1930).
Una scena tratta dal film "All'Ovest niente di nuovo" ("All Quiet on the Western Front", r. di Lewis Milestone, tratto dal romanzo di Erich Maria Remarque, 1930, USA-Germania).
La monarchia fu quindi eliminata a furor di popolo e si instaurò per la prima volta una repubblica, che venne poi conosciuta col nome della città dove si riunì l'assemblea costituente: Weimar. Il regime fu sempre però strutturalmente debole per varie ragioni. I vincitori della guerra imposero condizioni umilianti che colpivano gran parte della popolazione e non i responsabili che avevano causato la guerra. Dal punto di vista economico la Germania, pur continuando ad essere molto potente sul piano industriale, fu attraversata da varie crisi economiche che portarono in alcuni anni ad una fortissima inflazione e all'aumento della disoccupazione. Infine sul piano politico vi era una continua tensione tra le forze di estrema destra (che raccoglievano tutti i nostalgici del nazionalismo e del governo forte) e quelle di estrema sinistra (molto forti tra gli operai che lottavano per migliori condizioni di vita). Le forze moderate (partiti cattolici e socialdemocratici) pur maggioritarie non riuscivano a indicare alla nazione una chiara direzione. In un clima di crescente incertezza innescata dalla Grande Depressione e di complicità da parte dello Stato il nazismo si impose.
Dal punto di vista culturale il periodo della Repubblica di Weimar fu estremamente fecondo, in tutti i campi: pittura (con avanguardie quali espressionisti, post-espressionisti, neo-oggettivisti, ecc.: Emil Nolde, Ernst Ludwig Kirchner, George Grosz, Otto Dix), letteratura (Alfred Döblin, Erich Maria Remarque, Thomas Mann), teatro (Bertold Brecht), ricerca sociale (scuola di Francoforte, i primi a studiare le moderne forme di comunicazione).
Il movimento espressionista in pittura mirava a esasperare il lato emotivo della realtà rispetto a quello percepibile dal punto di vista oggettivo. Si diffuse nei primi anni del Novecento fino alla metà degli anni '20. La Germania ne fu il centro d'irradiazione. Questi artisti contrapponeva all'oggettività della pittura classica (compreso l'impressionismo) la forza della soggettività. Sostenevano che l'artista non deve cercare di riprodurre il reale o proporre l'impressione che il reale produce su di lui (dall'esterno all'interno), ma dare invece espressione alla realtà interna dell'individuo (dall'interno all'esterno). Gli espressionisti polemizzavano contro la società borghese, le sue ingiustizie, le sue ipocrisie e rappresentavano la sofferenza della condizione umana adottando una visione molto pessimista. La loro pittura era caratterizzata dalla violenza del colore (forti e innaturali), da contorni forti, linee dure e spezzate, forme sintetiche, corpi deformati. Non sono interessati né al realismo, né al rispetto della prospettiva, né alla restituzione esatta di forme e volumi. Gli espressionisti riconoscevano come propri precursori pittori quali Van Gogh, Gauguin, Munch.
Il Cristo giallo, Paul Gauguin, 1889.
Terrazza del caffè la sera, Vincent Van Gogh, 1888
L'urlo, Edvard Munch, 1893
In Germania il pittore espressionista di maggior peso fu Ernst Ludwig Kirchner.
Di lato: Cinque donne per strada (1913) e Autoritratto da soldato (1915).
L'espressionismo si diffuse anche in Austria. Di lato L'abbraccio (1917) di Egon Schiele e La sposa del vento (1914) di Oskar Kokoschka.