Esercitazione per le quarte dell'indirizzo Cine-tv, ITSOS Albe Steiner, Milano. a.s. 2007-2008. Insegnanti: Michele Corsi e Marco Tazzi
"La poesia non è di chi la fa ma di chi la usa". Sicuramente ti è capitato di leggere una poesia che ti ha colpito. Magari il suo significato non era chiaro, ma in qualche modo ti aveva smosso qualcosa dentro. Il lavoro che dovresti svolgere consiste nel comporre una videopoesia. Dovresti scegliere le immagini che possano accompagnare una poesia a tua scelta. Non si tratta di “spiegare” quella poesia, e nemmeno di “illustrarla” (cioé di associare ogni parola all’immagine corrispondente). Dato che devi scegliere una poesia che ti piace, anche se non sai bene il perché, dovresti individuare una serie di immagini, girate da te o tratte da film (anche immagini fisse), che ci raccontino quello che la poesia in qualche modo ti ha ispirato. Così la videopoesia diverrà interamente tua, dato che “la poesia non è di chi la fa, ma di chi la usa”.
Fase 1.
Il docente spiega gli obiettivi e le caratteristiche del lavoro e distribuisce la scheda diretta agli studenti. Sulla base dell'esperienza didattica i punti critici sono i seguenti. La maggioranza degli studenti chiederà di poter utilizzare i testi delle canzoni al posto delle poesie. Uno degli scopi dell'esperienza però è quella di avvicinare gli studenti alla poesia, nei confronti della quale molti studenti sono diffidenti o estranei, incoraggiandoli a vivere un'esperienza di "riappropriazione" del testo poetico. Realizzare un video su un testo di una canzone inoltre, trasformerebbe il prodotto in un videoclip, cioé in un altro genere di comunicazione. Una volta sgombrato il campo dalla possibilità di usare testi di canzoni, la gran parte degli studenti sarà incerta su dove reperire una poesia di proprio gusto (la gran parte rifiuterà le antologie scolastiche). Altra tendenza degli studenti è quella di affidarsi eccessivamente ad una canzone particolare. In questo modo però la poesia diverrebbe un mero accompagnamento del motivo di successo. Inoltre vi potrebbero essere problemi di copyright.
Fase 2.
Molti studenti partono diffidenti nei confronti della poesia perché nella scuola è stata in molti casi vissuta come imposizione e il suo studio accompagnato dalla necessità di acquisire una serie di categorie di interpretazione e classificazione che hanno allontanato la possibilità di una vicinanza "emotiva" al testo poetico. Si tratta di recuperare questa potenzialità innata (gran parte dei bambini e degli adolescenti "prova" a scrivere poesie o desidererebbe poterlo fare) avvicinando agli studenti poesie di facile comprensione e che in qualche modo rispondano ad emozioni che hanno già vissuto o stanno cominciando a vivere. In questo senso vanno incoraggiati (senza forzare nessuno) coloro che vogliono realizzare un video su una poesia di propria creazione. In poche parole ogni studente della classe deve trovarsi a disposizione una serie di poesie tra cui sceglierne una. Questo obiettivo può essere raggiunto o con la collaborazione attiva dell'insegnante di italiano e di lingue, oppure con l'impegno di ogni studente di portare in classe più di una poesia da mettere a disposizione di tutti. Alla fine l'insegnante raccoglie il "canzoniere" della classe, con un numero di poesie triplo o quadruplo rispetto al numero di poesie sulle quali in effetti si lavorerà.
Fase 3.
A questo punto gli studenti, mentre stanno prendendo in esame le poesie, hanno bisogno di un momento di decantazione in cui cominciano a pensare per immagini, mentre i versi delle varie poesie frullano nella loro testa. In questo momento si possono far loro esaminare le videopoesie già realizzate da altre classi. Si incoraggiano gli studenti a visionare su internet le videopoesie già realizzate. Poi in classe si esaminano le videopoesie che hanno particolarmente colpito gli studenti. Il docente deve comunque arrivare con proprie proposte. La dinamica più efficace si è rivelata essere la seguente. Si proietta una videopoesia (nel formato a qualità piena), si stimolano gli interventi scoraggiando espressioni semplicistiche (del tipo "mi è piaciuto", "non mi è piaciuto") e garantendo l'ordine degli interventi e vietando interruzioni. Non è necessario che il docente intervenga con i propri giudizi, ma si dovrà fare in modo che emerga piena coscienza dei maggiori pericoli che incombono su questo lavoro: la tendenza all'illustrazione, l'affidamento eccessivo alla musica più che alle immagini, la tendenza alla ricerca del facile effetto. Dovranno essere sottolineate le più diffuse problematiche tecniche: la mancata omogeneità dei formati (b/n con colore, panoramico con 4:3, ecc.), i dislivelli sonori, ecc.
Fase 4.
E' il momento in cui gli studenti scelgono la loro poesia (prima scadenza). Gli studenti in classe leggono la propria poesia e si raccolgono idee su come realizzarla visivamente. Gli studenti sono invitati ad intervenire suggerendo idee per le poesie dei compagni. In caso di progetto multidisciplinare, l'insegnante di italiano si assicura che il significato della poesia sia stato ben compreso, eventualmente con passaggi ulteriori di approfondimento.
Fase 5.
Ogni studente realizza la scaletta della propria poesia. Su un foglio in una colonna trascrive la poesia e nell'altra annota le immagini che intende realizzare o reperire. La scaletta va discussa col docente, eventualmente corretta (il docente interviene solo se vi sono problemi di carattere produttivo) e quindi consegnata (seconda scadenza). Non è molto utile da parte del docente stroncare a negativo le idee creative degli studenti, magari imponendo o suggerendo vivacemente le proprie. L'esercizio non è per i docenti, ma per gli studenti.
Fase 6.
Reperimento dei media. Lo studente individua la musica che verrà utilizzata e la colloca nella cartella di montaggio; cattura eventuali immagini fisse o animate; riprende con la videocamera o la fotocamera; registra il voice over della poesia (a meno che non utilizzi cartelli). Gli studenti vanno incoraggiati anche se non obbligati ad utilizzare la propria voce (della quale, nella gran parte dei casi, si vergognano). Alla fine di questa fase gli studenti dovrebbero disporre nella propria cartella di tutti i media necessari al montaggio. Va vietato il montaggio in assenza anche di un solo media. La fine del reperimento di tutti i media segna la terza scadenza.
Fase 7.
A questo punto comincia il montaggio. Gli studenti sono incoraggiati, ma non obbligati, a montare prima il voice over, quindi la musica, quindi le immagini. Alla fine del video devono esserci dei cartelli con su scritto nell’ordine: il titolo della poesia e il suo autore; l’autore della videopoesia (cioé il tuo nome e cognome) e la classe; si ringrazia (nomi e cognomi di chi ha aiutato, ma non quelli degli insegnanti, dato che hanno fatto solo il loro lavoro); anno di realizzazione e nome dell'istituto. A questo punto il filmato viene mostrato al docente (quarta scadenza) che suggerisce (senza obbligare) dei cambiamenti, soprattutto di natura tecnico-linguistica.
Fase 8.
Il filmato viene esportato in HD e caricato sul canale youtube dello studente. Lo studente sceglie una immagine significativa del filmato e lo esporta a piena risoluzione. Ed è l'ultima scadenza per lo studente.
Fase 9.
In classe si proiettano i filmati. La dinamica migliore si è rivelata essere la seguente. Si proietta a qualità piena la videopoesia. Al termine l'autore spiega brevemente il senso della sua operazione e le eventuali difficoltà incontrate. I compagni sono invitati ad intervenire non con giudizi generici ("mi è piaciuto", "non mi è piaciuto") ma con osservazioni puntuali che possono servire a migliorare altri prodotti simili in futuro. E' fondamentale assicurare un dibattito pacato, non offensivo, plurimo. L'autore sarà tentato dall'interrompere continuamente i compagni per giustificarsi: dovrà imparare invece ad ascoltare con attenzione ed umiltà. Quando sentono una critica gli autori sono abituati a dire: "ma io l'ho fatto apposta", come se un errore consapevole fosse meglio di una distrazione. Gli studenti vanno guidati con attenzione e senza forzature fuori dalla prigione del narcisismo: il giudizio del pubblico è quello decisivo. Devono realizzare un prodotto di comunicazione, non un'opera comprensibile solo a se stessi. L'autore è invitato a riprendere la parola solo alla fine degli interventi. Il docente a quel punto dice la sua, evitando di presentare il proprio giudizio come quello definitivo, gli studenti non devono ascoltarlo per capire chi di loro avesse ragione. Il docente starà invece attento a riequilibrare la dinamica: se il pubblico è stato troppo feroce, dovrà sottolineare le positività del lavoro, se è stato troppo clemente (il pubblico si entusiasma ad esempio per i facili effetti) dovrà essere critico.
La valutazione della videopoesia dovrà tener conto soprattutto del rispetto delle cinque scadenze e dell'impegno nel lavoro e solo in minima parte dei risultati raggiunti. Per la valutazione sui risultati infatti è sufficiente, anche se non tradotta in voti, quella data dal pubblico. Sottolineando nella formazione della valutazione il rispetto delle scadenze e la mole dell'impegno, il docente affermerà invece l'importanza del lavoro e dell'energia investita al fine di migliorare le proprie capacità.
Esercitazione per la materia "Discipline audiovisive" dell'indirizzo Audiovisivo e Multimediale, Liceo Artistico Modigliani, Giussano, a.s. 2022-2023. Insegnante: Luisa Sorrentino
Espressione artistica consistente nell’integrazione tra il testo poetico e le immagini di un video di breve durata, con il possibile corredo di altri elementi.
La video poesia è l'unione del testo poetico con voce narrante, o sottotitolato, con un accompagnamento musicale e immagini che possono essere foto o riprese video.
Nella presentazione che segue viene offerta una definizione di videopoesia, vengono riportati diversi esempi e si delineano le diverse fasi progettuali per la sua realizzazione.
"Corrispondenze". Videopoesia di Abamulu Viganò e Raoul Fanelli.
"Preludio". Videopoesia di Giosuè Arbizzoni.
"La casa dei doganieri". Videopoesia di Alice Giussani.
"L'infinito". Videopoesia di Francesco Magni.