Gli anni 2000 negli USA segnano il ritorno alle politiche conservatrici che avevano caratterizzato gli anni '80. Nel 2000 il repubblicano George Bush Jr. vince le elezioni contro il democratico Al Gore, grazie ad un computo dei voti che ha lasciato una scia di dubbi e polemiche. Bush si circonda subito di politici ed intellettuali "neocon" sostenitori del rafforzamento della potenza militare statunitense nel mondo (soprattutto a spese del mondo arabo, possessore del prezioso petrolio), del drastico ridimensionamento delle tutele per le fasce più deboli della popolazione, del taglio delle tasse per i più ricchi, della pena capitale, di scelte "etiche" in linea con quelle del fondamentalismo cristiano (hanno successo in questo periodo le campagne contro l'insegnamento della teoria evoluzionista di Darwin, contro l'educazione sessuale nelle scuole, contro l'aborto) e contrari a regole contro il riscaldamento globale. L'11 settembre 2001 l'attacco terrorista di un gruppo di fondamentalisti islamici provoca il collasso delle Twin Towers a New York e il crollo di un'ala del Pentagono producendo circa 3000 vittime. Per gli USA, mai attaccati sul proprio suolo continentale, si tratta di uno shock senza precedenti. Bush ha buon gioco ad applicare da subito le teorie neocon. Nell'ottobre 2001 comincia la guerra in Afghanistan che provoca la rapida caduta nel governo talebano e nel marzo 2003 viene attaccato anche l'Iraq (accusato di possedere armi di distruzioni di massa la cui esistenza sarà successivamente smentita) che crolla nel giro di poche settimane. Bush fa approvare il Patriot Act che limita i diritti civili e istituisce il campo di Guantanamo dove rinchiude i sospetti terroristi senza processarli. In pieno clima di guerra Bush vince facilmente le elezioni del novembre 2004. Nel settembre 2005 l'uragano Katrina allaga New Orleans mettendo in trappola la popolazione più povera: la gestione confusa e militaresca di quella emergenza crea uno scandalo. A livello economico la crisi economica che colpisce il mondo legato all'informatica nel 2000 facilita la rapida crescita di alcuni giganti a spese della "libera confusione" precedente: internet diviene il media più usato, ma sotto il controllo di alcune multinazionali (Microsoft, Apple, Google, Facebook, Yahoo e poche altri). Nella cultura popolare del decennio trionfano il disimpegno e le soluzioni commerciali; in campo musicale ad esempio il rock declina, mentre guadagnano enorme popolarità le stelle del pop. La stanchezza per le due guerre, un crescente divario tra ricchi e poveri, e la crisi economica causata dai gruppi finanziari che Bush aveva sempre favorito, determinano la vittoria del democratico Barak Obama nel novembre 2008.
Con un mondo precipitato di un nuovo in un clima di guerra fredda e l'assenza di movimenti sociali, negli anni 2000 sono tornate popolari le idee conservatrici. La massa del pubblico cinematografico, di nuovo, chiede film che non facciano pensare, pieni di effetti, azione e finali edificanti. Le case di produzione indipendenti che erano proliferate nei '90 vengono gradualmente assorbite dalle major (le "Big Six") hollywoodiane che hanno messo a frutto le sinergie che derivano dall'essere parte, dall'inizio degli anni '90, di enormi conglomerati multimediali: la Miramax era stata acquistata nel 1993 dalla Disney ma gli era stata lasciata libertà di produzione fino ai primi anni 2000, quando i fondatori sono dovuti uscire (creando The Weinstein Company), la DreamWorks è stata comprata dalla Paramount nel 2005, la New Line Cinema dalla Warner nel 1996, la October Films dalla Universal nel 1997, la Pixar Animation Studios dalla Disney nel 2006. Le case così acquisite sono divenute subsidiaries: continuano a godere di una propria esistenza, ma sono controllate dalle major che le possiedono e che trovano vantaggioso delegare alcune produzioni scomode o rischiose o di nicchia (per questo hanno creato anche case di produzione pseudo-indies come la Fox Searchlight o la Focus Features). Le "Big Six" nel 2006 dominavano il 90% del mercato nordamericano (le due mini major Lionsgate and Weinstein il 6%, la vecchia MGM il 2% e gli indipendenti il 2% -la minor percentuale di sempre). Alcuni degli autori degli anni '90 si sono convertiti al cinema commerciale (come Soderbergh, Nolan, Spike Lee, Ang Lee, ecc.), mentre altri hanno continuato a realizzare film interessanti anche negli anni 2000 (tra cui i Coen, Van Sant, ecc.). Non sono mancati film autoriali e/o impegnati, come Monster (r. Patty Jenkins, 2003), Frida (r. di Julie Taymor, 2002), The Hours (r. del britannico Stephen Daldry, 2002), 21 grammi (21 Grams, r. del messicano Alejandro González Iñárritu, 2003), A History of Violence (r. di David Cronenberg, 2005), Little Miss Sunshine (r. di Jonathan Dayton, 2006), V for Vendetta (r. di James McTeigue, 2006), Into the Wild (r. di Sean Penn , 2007), Juno (Jason Reitman, 2007), Nella valle di Elah (In the Valley of Elah, r. di Paul Haggis, 2007), ma si tratta di eccezioni perché gli anni 2000 sono sotto il segno del blockbuster e di film e generi ad altissimo investimento e massima redditività.
ACTION THRILLER. Genere in cui il "Thriller" è contaminato dall'"Action movie": personaggi chiaramente divisi tra buoni e cattivi, azioni spettacolari, esplosioni. La differenza con il "Thriller" classico è che il personaggio non è più uno qualunque che deve cavarsela, ma una figura che dispone di risorse che utilizza con grande abbondanza e competenza. La differenza con l'"Action movie" classico, è che l'"Action thriller" si preoccupa di essere almeno un po' verosimile e la spettacolarità delle azioni non deve far sorridere il pubblico. I personaggi inoltre non hanno solo muscoli e poco cervello, ma un po' di psicologia, e ha un po' più di spazio la storyline secondaria dedicata all'intreccio sentimentale con una donna. Il prototipo: The Bourne Identity (r. di Doug Liman, 2002 con due sequel). Poi: The Transporter (r. di Louis Leterrier e Corey Yuen, 2002 con due sequel), Fuori in 60 secondi (Gone in 60 Seconds, r. di Dominic Sena, 2000), 24 ore (Trapped, r. di Luis Mandoki, 2002), The Fast and the Furious (r. di Rob Cohen, 2001), e altri.
THRILLER. Non mancano thriller classici basati su un minimo di mistery e personaggi qualunque che si trovano in situazioni più grandi di loro, come In linea con l'assassino (Phone Booth, r. di Joel Schumacher, 2002), Collateral (r. di Michael Mann, 2004) e Flightplan (r. di Robert Schwentke, 2005).
PARA MYSTERY. A partire da I soliti sospetti (The Usual Suspects, r. di Bryan Singer, 1995) si è sviluppato anche un filone dove il personaggio "buono" si scopre alla fine essere quello "cattivo", anche se simpatico, ribaltando con qualche trucco registico le aspettative dello spettatore: Slevin (Lucky Number Slevin, r. di Paul McGuigan, 2006) e Inside Man (r. di Spike Lee, 2006).
CAPER FILM. Questo sottegenere mette in scena il meticoloso lavoro di preparazione di un furto (il "colpo grosso") da parte di una banda. Era di moda negli anni '50 (ma con l'obbligo che i ladri alla fine finissero male); il primo fu Giungla d'asfalto (Asphalt Jungle, r. di John Huston, 1950), anche Kubrick vi si era misurato con Rapina a mano armata (The Killing, 1956). L'attuale revival si basa su remake: Ocean's Eleven, 2001 (da quello di Lewis Milestone del 1960, r. di Steven Soderbergh, sequel nel 2004 e 2007,) e The Italian Job (r. di Gary Gray, 2003, remake del film italo-inglese del 1969 per la regia di Peter Collinson, 1969).
I generi di maggior successo del decennio sono comunque stati: supereroi, high fantasy, doomsday, biopic e i generi horror torture, gothic, apocalittico. Per tutti si rimanda alle apposite pagine.