ESERCITAZIONE: IL RITRATTO CONNOTATIVO


L'esercizio è stato assegnato da realizzare a casa con il proprio smartphone nelle prime settimane di scuola. Successivamente è stato assegnato loro un esercizio simile, ma utilizzando i mezzi del linguaggio audiovisivo. Classe prima H dell'Istituto Tecnico Steiner, Milano. Prof. Michele Corsi, a.s. 2018-2019.


La fotografia, in generale, è descrittiva (osserva un oggetto/soggetto) e/o evocativa (fa immaginare/suscita emozioni), ma non narrativa. Il cinema è sempre narrativo, anche se non necessariamente è descrittivo e/o evocativo. Esistono eccezioni che sono ponti tra i due mondi, ma sono rare: sequenze di foto che raccontano un evento e film “antinarrativi”.

Gli studenti realizzino un ritratto di una persona con elementi accessori o ambientali che la connotino.

Gli studenti sono sensibilizzati circa la necessità che al momento della discussione collettiva sui propri lavori nessuno prenda in giro a qualsiasi titolo i soggetti ripresi. Lo scherno limita la libertà creativa dello studente, quindi è un nostro nemico. Al contrario, le critiche nel merito del lavoro, devono essere sempre accolte con riconoscenza, poiché aiutano a migliorare.

Di seguito vengono proposte le foto che sono state consegnate per prime e i commenti che sono stati espressi. Le foto sono state filtrate per ragioni di privacy. Le fotografie dimostrano che per mostrare qualcosa con il linguaggio della fotografia dobbiamo sintetizzare vari elementi in una sola immagine, preparandola, oppure essere pronti a cogliere un momento significativo.  L'intera esperienza è durata 3 ore, separate tra loro: una dedicata alla spiegazione dell'esercitazione e alla proposta di alcuni esempi, una alla acquisizione delle immagini e al chiarimento di dubbi, e l'ultima all'analisi di tutte le fotografie presentate dagli allievi. Durante l'analisi si comincia ad utilizzare la terminologia specifica anche se gli studenti non l'hanno ancora studiata.

Autore: Francesco Bensi, 1H. Il personaggio che emerge dalla fotografia è quella di un uomo fortemente appassionato della sua moto, che evidentemente per lui non è solo un mezzo di trasporto. Il fotografo infatti ha colto il personaggio in una postura che dimostra confidenza, sicurezza e aderenza al mezzo (braccio teso, sguardo severo avanti...). L'angolazione di ripresa mette il mezzo in primo piano ma fortemente "dominato" dal pilota. L'inclinazione della ripresa conferisce allo scatto dinamicità, la ripresa ad altezza ribassata con angolazione dal basso fa apparire il personaggio come forte e autorevole. Nota di possibile correzione: il complesso uomo/moto è un po' troppo decentrata in avanti, lasciando uno spazio dietro poco utile al fine di comunicare un'idea di "movimento in avanti".  

Se avessimo dovuto realizzare un video avremmo potuto realizzare un montaggio con varie inquadrature. Ad esempio partire dal totale del paesaggio e l'entrata in campo della moto, magari facendola fermare proprio davanti alla camera. Poi dei dettagli della moto e magari un piano ravvicinato del personaggio.

Autrice: Giorgia Bertelli, 1H. La fotografa ha ritratto il personaggio con una postura ed elementi connotativi che fanno supporre non solo le sue passioni culinarie (impressione rafforzata da quattro punti di attenzione: i due piatti in primo piano e il cibo su ognuna delle due mani), ma anche un'indole allegra e ironica (lookroom in direzione diversa da noseroom). La figura, chiara, si staglia bene su uno sfondo che è scuro e sfocato. Lo sguardo in camera, la centratura del personaggio e l'angolazione orizzontale favorisce un'impressione di simpatica confidenza con il pubblico. Nota di possibile correzione: l'headroom, visto la finalità della fotografia, appare eccessivo e un ritaglio permetterebbe di centrare meglio i punti di attenzione. Una piccola rifilatura a destra inoltre permetterebbe di togliere del tutto le prese elettriche presenti solo per metà. 

Se avessimo dovuto realizzare un video con le stesse finalità, avremmo potuto realizzare un montaggio che ad esempio mostrava all'inizio il piatto con la pizza e una mano misteriosa che ne prende un pezzo, poi il piatto di patatine con l'altra mano che entra in campo a prenderne una, infine un totale che scopre la presenza della ragazza che ride e si appresta a mangiare il cibo.

Autrice Martina Ormas, 1H. La fotografa ha ritratto la donna mentre sta realizzando una pittura sulla parete di casa. Il personaggio è colto non mentre sta rimirando il proprio lavoro, o riflettendo, o aggiustando, ma in un attimo in cui "aderisce" fortemente alla propria opera: si veda la postura raccolta e concentrata, ma anche la vicinanza alla parete del corpo e la mano sinistra  che sembra quasi accarezzare il lavoro. La fotografia vuol restituire l'immagine di una donna creativa, appassionata, caratteristiche che la connotano più della fisicità: il volto non è ripreso. L'impressione è rafforzata dal decentramento della figura, che dà maggior spazio e importanza alla creazione. Il colore del vestito indossato, chiaro e vivace contro scuro, permette di evidenziare con forza il personaggio e il suo movimento. 

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio iniziasse con il particolare della mano che dipinge, e poi proseguisse con una carrellata laterale sull'intera pittura, scoprendo magari alla fine l'intera figura dell'artista.

Autrice: Erica Cantani, 1C. La fotografa restituisce un personaggio evidentemente appassionato alla lettura. Per sottolineare questo aspetto il libro è in primo piano e grazie al grandangolo appare molto più grande del viso rispetto alla realtà. Quindi la sua importanza è accresciuta. La postura del corpo e del volto indicano una forte concentrazione, ma anche una certa rilassatezza, dal che si può dedurre che alla ragazza piaccia parecchio leggere. Il personaggio e il libro sono perfettamente in asse e la loro area occupa il centro dell'inquadratura. Questa disposizione, insieme al fatto che non esistono elementi distraenti e il piano e lo sfondo sono omogenei, fanno sì che l'attenzione del pubblico sia da subito attratta, e permanga nel tempo, sul gruppo libro/ragazza. Nota di possibile correzione: in postproduzione potrebbe essere eliminato il "mezzo quadro".

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio iniziasse con un totale del libro, in soggettiva, poi un primo piano del volto della ragazza, infine un totale simile alla fotografia che è stata scattata.

Autore: Filippo Aggio, 1C. L'autore ha voluto evidentemente evidenziare la passione per il gioco di questo personaggio. Non l'ha però ripreso in un contesto sportivo, né l'ha colto in una postura tecnica. L'ha invece inserito pienamente in un contesto di quartiere, il che fa pensare che si tratti di una attività che svolge nel tempo libero. La fotografia ha una disposizione accentrata. Da notare che il tabellone è perfettamente incastrato nell'incavo dei profili dei palazzi. Si potrebbe discutere sullo spazio di cielo lasciato sopra, che sembra eccessivo. Ma in fondo, esso può aiutare ad assecondare la spinta verso l'alto impressa al pallone e che ci spinge ad alzare lo sguardo in su.

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio inquadrasse prima l'ambiente di quartiere, magari con una panoramica, poi riprendesse la figura intera del personaggio e concludesse col totale del pallone che va a canestro.

Autore: Francesco Carcione, 1C. L'autore ha decisamente messo in evidenza la passione della ragazza: non l'ha inquadrata in volto ed ha lasciato che i capelli le coprissero il viso. Dunque l'idea che ne ricaviamo è che la ragazza sia una fan sfegatata di manga e che passi le sue giornate a cercarli e a leggerli. L'impressione è rafforzata dal fatto che la sua figura è decentrata, lasciando così ampio spazio all'esposizione dei manga. Lo sguardo dello spettatore scorre lungamente sui fumetti, più che su di lei, perchè di lei viene mostrato poco. Lo spazio è opportunamente maggiore davanti a lei (noseroom) invece che dietro (backroom).

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio iniziasse con una carrellata laterale sui fumetti e arrivasse a scoprire lei, intenta nella lettura. A seguire potremmo montare una soggettiva del fumetto che sta guardando e infine un piano ravvicinato di lei concentrata nella lettura. 

Autore: Andrea Barboni, 1 L. La fotografa ha posizionato il soggetto in modo da comunicare la natura giocosa e ironica della bambina. E' evidentemente piccola, ma fa di tutto per sembrare grande: sale sulla radice e si spinge verso l'alto. Il punto di ripresa rafforza questa impressione: l'angolazione è dal basso verso l'alto e dunque contribuisce a slanciare la figura. Il formato verticale era l'unico che doveva essere usato per valorizzare sia la figura umana, sia il tronco dell'albero. L'ampiezza del tronco, scuro, si rivela uno sfondo ideale per mettere in risalto la figura che complessivamente è chiara (chioma, volto, vestito). Da notare il buon equilibrio complessivo: il fascio di radici si amplia verso il basso, mentre quello dei rami verso l'alto creando una certa simmetria.

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio iniziasse con una panoramica verticale dal basso verso l'alto in modo da creare un iniziale equivoco sull'altezza della bambina, sciolto al momento in cui la camera arrivasse al suo volto sorridente. Quindi si potrebbe sottolineare il volto con una inquadratura ravvicinata e infine congedarci con un totale allargato.

Autore: Giovanni Bolognini, 1L. Non sappiamo se la fotografia, per il personaggio, è un hobby o il mestiere, in ogni caso è certo che sia la sua grande passione. Per lo meno è questo che l'autore sembra volerci comunicare. Del personaggio viene sacrificato il volto a favore della macchina fotografica. Per di più guarda verso di noi, "ci fotografa", con una forte affermazione di ruolo. Lo sfondo indistinto permette di concentrarci interamente sulla figura. La lampada accesa, anche questa rivolta verso lo spettatore, crea una certa simmetria col circolo dell'obiettivo stabilendo un equilibrio formale col personaggio altrimenti decentrato

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio riprendesse la sua mano mentre accende la lampada, poi l'altra mano che afferrasse la camera e un'ultima inquadratura coincidente con la fotografia proposta.

Autrice: Janell Capangvarihan, 1L. L'autrice ha ritratto la ragazza mentre sta ascoltando musica, dal che si deduce che questa sia una attività per lei importante. Eppure non sembra essere questa la caratteristica determinante del personaggio. Altrimenti sarebbe stata ritratta, ad esempio, in un interno. Invece è fuori e sta guardando un punto indeterminato, lontano. L'autrice sembra dunque suggerirci che la musica è un modo per riflettere, pensare, forse evadere, non un interesse in sé. Il volto sembra tranquillo, ma la fotografa ha scelto un punto di ripresa (angolato, dal basso) che invece suggerisce altro: verso la ragazza convergono linee prospettiche dure, aggressive, ingombranti. Il che ci suggerisce che forse i pensieri della ragazza hanno qualcosa di doloroso e oscuro.

Se dovessimo realizzare un video invece di una fotografia, per comunicare lo stesso messaggio potremmo proporre un montaggio che ad esempio mostrasse inizialmente il suo volto ravvicinato, poi una visione in soggettiva del paesaggio urbano che sta guardando e infine una ripresa dura, dal basso, come quella realizzata in fotografia.