Esercitazione condotta dalla 1H e 1L dell'ITSOS Steiner, Milano. A.s.2018-2019, prof.Michele Corsi.
Nella prima parte dell'esercitazione (a casa, con i propri smartphone) gli studenti sono invitati a realizzare una fotografia che abbia per scopo rappresentare una persona sul piano fisico: il ritratto deve essere onesto, veritiero, tanto da permetterci di poter riconoscere quella persona per strada. Non è importante cercare di riprodurne le caratteristiche psicologiche o gli interessi. Solo la sua fisicità. Le regole da rispettare sono:
1. formato verticale;
2. una grandezza scalare compresa tra il PPP e il PM (si ripassano le grandezze scalari intermedie tra i due estremi);
3. il noseroom deve avere più spazio del backroom. Ma se il lookroom diverge, vince quest'ultimo (esempi tratti da "Get Out");
4. sfondo omogeneo o completamente sfocato;
5. angolazione frontale o di tre quarti;
6. illuminazione dall'alto di tre quarti.
7. se non soddisfa il taglio, in postproduzione usare lo strumento di ritaglio con proporzioni a scelta: 9:16; 3:4; 1:1
Autrice: Giorgia Garavaglia 1L. L'autrice con questo MPP realizza un ritratto efficace. L'aria in testa (headroom) però è eccessiva e crea una sensazione di "schiacciamento" sul personaggio. Ritagliando, il viso acquista piena centralità a scapito del vuoto.
Autore: Mattia Daroch, 1L. L'autore sceglie un PPP per il ritratto. Il formato verticale stretto esclude lo sfondo e "impone" al pubblico la fisicità del personaggio. La ripresa ravvicinata però ovalizza eccessivamente il viso spingendo troppo in avanti il naso e indietro le orecchie.
Autore: Francesco Bensi, 1H. Il ritratto è molto forte, anche se il formato non è quello richiesto dalla consegna. L'illuminazione lateralizzata drammatizza il viso suddividendolo in due zone nettamente separate: una chiara e l'altra scura.
Autore: Giacomo De Nardo, 1H. L'autore realizza un ritratto scegliendo un PPP, una grandezza scalare che imporrebbe con forza il viso, ma grazie all'angolazione di 3/4 l'impressione è resa più dolcemente. L'uso del flash rende più piatti i lineamenti e proietta un'ombra forte sulla parete molto vicina al viso.
Autrice: Sara Zorzan, 1H. L'autrice ha scelto un abbondante PM perfettamente giustificato dalla postura del personaggio: l'arco delle braccia che si congiungono sotto la vita forma una sorta di ovale con l'apice della testa.
Autrice: Erica Cantani, 1C. L'autrice sceglie una illuminazione che evita il volto e sottolinea invece il busto. Il lookroom distinto dal noseroom (correttamente impostato nella distanza dai margini) unito alle scelte di luce, fa sì che il ritratto stabilisca con lo spettatore un rapporto di ambigua complicità.
Autore: Anna Maria Cavescu, 1C. Il ritratto restituisce una immagine chiara e sincera del soggetto. Si deve sempre tener conto, tuttavia, che se inseriamo in una foto una scritta, questa è destinata a "rubare" attenzione, poiché rappresenta un elemento di alto valore informativo.
Autrice: Erica Limetti, 1C. La scelta dell'autrice è a favore di un profilo, angolazione che di per sé difficilmente si presta al ritratto, dato che visualizza solo una piccola parte delle aree espressive del volto. In più, l'autrice ha sacrificato totalmente l'usuale lookroom. L'autrice tuttavia ha ritenuto la scelta doverosa, essendo l'acconciatura e gli orpelli alle orecchie parte importante del visual del personaggio.
Nella seconda parte dell'esercitazione (da realizzare a casa con il proprio smartphone) gli studenti devono realizzare un montaggio che ritragga una persona a loro scelta. Lo scopo comunicativo è descrivere compiutamente sul piano fisico quella persona. Una descrizione onesta, realistica, che ci consenta di riconoscerla quando la incontriamo per strada. Non è dunque un ritratto che deve emozionare, o farci comprendere qualcosa dei suoi interessi o della sua psicologia. Deve semplicemente descrivere. I personaggi possono svolgere un'azione solo ed esclusivamente se questa non attrae troppo l'attenzione dello spettatore.
Il montaggio dovrà seguire le seguenti regole:
a. non dovrà contenere effetti di qualsiasi genere, anche di transizione;
b. non dovrà superare i 15 secondi, ma dovrà garantire un tempo minimo di "leggibilità";
c. due inquadrature vicine non potranno avere la stessa angolazione e/o grandezza scalare;
d. il formato dovrà essere orizzontale.
Come sempre gli studenti dovranno porre attenzione al "racconto": il filmato dovrà concludersi dando l'impressione della fine.
Si seguito qualche esempio dei lavori svolti (non si segue un criterio di merito).
Autrice: Cantani, 1^C. Il montaggio offre una buona descrizione del personaggio. L'azione del fumare la sigaretta non distrae, ma le ultime due inquadrature hanno angolazione e grandezza scalare simili.
Autore: Gnocchi, 1^C. Le tre inquadrature sono corrette sul piano compositivo. I due profili però "scavalcano il campo". Inoltre il profilo e l'inquadratura di spalle, se esclusivi, sacrificano un po' la possibilità di descrivere compiutamente il personaggio.
Autore: Calabrese, 1^H. L'inquadratura è ripresa in modo interessante, ma si utilizza nel montaggio un attacco non previsto: il jump cut. Inoltre il profilo, se esclusivo, non è molto adatto a descrivere un personaggio.
Autrice: Marin, 1^L. L'autrice descrive il personaggio partendo da dei particolari, generando così una certa aspettativa che viene soddisfatta nella terza inquadratura, il cui movimento comunica l'idea della conclusione.
Autore: Stetur, 1^L. Il personaggio è ben descritto, partendo dal generale ed andando a chiudere sul volto con un movimento che comunica l'idea della conclusione. Si doveva però cercare un pretesto narrativo per spiegare perché il personaggio è lì fermo in piedi.
Autore: Fiore, 1^H. La seconda inquadratura descrive bene il personaggio, con un buon taglio. Ma le altre due inquadrature vengono impiegate per descrivere l'azione, non il personaggio.