ESERCITAZIONE: EMOZIONI


Esercitazione di fotografia e di audiovisivo a cura del prof.Michele Corsi condotta con la 1^H e la 1^L dell'ITSOS Steiner, Milano. Ottobre 2018. 


La fotografia e l'audiovisivo hanno maniere diverse di ispirare delle emozioni. La fotografia deve cogliere (o costruire) una situazione che a colpo d'occhio o dopo una breve esplorazione visiva induca una certa emozione dello spettatore. Il momento e il punto di vista devono essere ben scelto: la situazione potrebbe essere molto emozionante, ma il singolo scatto potrebbe coglierla da un punto di vista o in un istante di per sè poco significativi. L'audiovisivo invece non deve cercare il momento, ma costruire un racconto. Che abbia un inizio, uno svolgimento e un finale. L'emozione non sarà ispirata nella gran parte dei casi da una sola inquadratura, ma dall'attento assemblaggio di più inquadrature.

Nella prima parte dell'esercitazione gli studenti sono invitati a realizzare a casa una fotografia con il proprio smartphone che sia in grado di per sé di ispirare una delle seguenti emozioni: malinconia, tenerezza, confusione.

Autore: Simone Gozzetti, 1H. La fotografia dovrebbe ispirare confusione. La bella composizione però appare molto ordinata: una base forte e una linea dritta, verticale, nel mezzo. Non sempre ciò che è confuso nella realtà appare tale anche in una fotografia.


Autrice: Giorgia Bertelli, 1H. La fotografia dovrebbe ispirare malinconia. In realtà questa foto molto ben riuscita, ispira invece inquietudine, a causa dell'assenza di esseri umani, delle luci misteriose e delle ampie ombre, valorizzate dall'ampio tratto di strada inquadrato.


Autore: Daniele Benzoni, 1H. La fotografia riesce in effetti a trasmettere un'emozione di tenerezza. L'intento riesce grazie alla ripresa dall'alto che "infantilizza" e ingrandisce gli occhi a scapito del resto del corpo e lo sguardo diretto verso il pubblico. Lo sfondo omogeneo e scuro contribuisce a staccare bene la figura chiara. Il triangolo occhi/naso è al centro dell'inquadratura.


Autore: Davide Casas, 1L. L'autore per rappresentare la malinconia si è servito di un pupazzo. La scelta è curiosa e permette di rappresentare l'emozione in maniera "atratta". 


Autore: Giovanni Bolognini, 1L. L'autore "stacca" dallo sfondo il pancione usando il nero della maglietta indossata dalla donna. Le due mani sono ben disegnate dalle luci e dalle ombre. Il braccio "guida" l'attenzione del pubblico sulla donna, sottolineandone la rotondità. 


Autrice: Sara Chirico, 1L. L'autrice riprende un momento dell'autunno risaltandone le caratteristiche, soprattutto dando spazio alle foglie a terra. La secca prospettiva geometrica contribuisce a mettere in rilievo l'assenza di figure umane.



Nella seconda parte dell'esercitazione gli studenti sono invitati a realizzare a casa un montaggio video costituito da tre inquadrature fisse e che miri a suscitare una di queste sensazioni: malinconia, affetto, confusione. Per abituare al montaggio sono vietate dissolvenze incrociate e qualsiasi altro effetto di transizione, poiché rendono artificialmente "morbido" il passaggio tra inquadrature, scoraggiando dal cercare attacchi efficaci. Per spingere gli studenti alla ripresa di persone (gli studenti hanno manifestato una certa tendenza a riprenderle di spalle), almeno una delle tre inquadrature deve essere un piano ravvicinato. Dato che non è chiaro cosa si intenda per "piano ravvicinato" si riassumono le caratteristiche formali di: PPP, PP, MPP, MB e PM. I video devono essere in formato orizzontale. Ogni inquadratura deve differire da quella precedente per grandezza scalare o angolazione, nel caso riprenda la stessa persona nello stesso luogo. Infine gli studenti devono costruire una narrazione che abbia un inizio, uno sviluppo ed una fine. Il pubblico deve "sentire" che con l'ultima inquadratura il film è terminato. La volta successiva i filmati vengono visionati e commentati in classe.

Autore: Giorgio Gismundi, 1L. L'autore esprime un'impressione di malinconia attraverso tre Primissimi Piani, con angolazioni diverse, in cui l'ultimo dà un senso di conclusione e di conferma dell'emozione. 


Autrice Giada Lazzarin, 1L. L'autrice descrive la storia del "ritrovamento" in forma compiuta, ma tra la prima e la seconda inquadratura lo stacco non è giustificato, poiché angolazione e grandezza scalare variano troppo poco.


Autore: Francesco Bensi, 1H. L'emozione della nostalgia è resa bene, ma l'avvicinamento alla fotografia che dovrebbe dare l'idea di una progressiva concentrazione, non riesce perché "curva", ovvero opera un movimento che comunica l'idea di un avvicinamento fisico, non mentale.


Autrice: Valentina Giudici, 1H. La storia narra di una ragazza progressivamente esasperata dai compiti. Si sarebbe dovuta partire però dalla seconda inquadratura (più calma). Inoltre l'ultima non è conclusiva, poiché il gesto rimane a metà.


Autrice: Arianna Gaspardo, 1C. L'autrice rende l'emozione della tristezza (più della malinconia) prima con una inquadratura larga che ci presenta il personaggio e l'ambiente, poi con un totale che ci fa intuire le ragioni del suo stato d'animo, poi con un PPP che chiude sulla sua emozione.


Autore: Filippo Rossi, 1C. Le inquadrature rendono un'emozione di contentezza, ma la prima è piuttosto incerta: comincia a muoversi verso il televisore senza riprenderlo per intero. Se un movimento non è giustificato, meglio una o più riprese fisse.