ESERCITAZIONE: NON È UN SELFIE


L'esercitazione è stata ideata dal prof. Giancarlo Aprea per le seconde dell'ITSOS Steiner, Milano a.s.2017-2018. Trattandosi della prima esercitazione realizzata con una classe sconosciuta ai docenti, il lavoro aveva anche lo scopo secondario di associare volti e nominativi degli studenti.


Selfie e ritratti

Gli studenti realizzano continuamente degli autoritratti: col proprio cellulare tenendolo in mano allungando il braccio di fronte a sé. Il selfie ha la caratteristica di cogliere un momento, di solito comprendendo nel quadro anche ciò che si vuole ricordare: il luogo o gli amici. L'atteggiamento è nella gran parte dei casi buffo o allegro, perché il selfie serve a fermare una situazione irripetibile.

Il ritratto invece è una fotografia che non è spontanea, ma studiata. Il suo soggetto unico è il personaggio ritratto. Dato che è preparato, nel quadro possono entrare elementi che connotano il personaggio: indossare abiti che lo caratterizzano o essere circondato da oggetti significativi. Anche la posa che assume dovrebbe raccontare qualcosa del soggetto. L'espressione del viso può essere delle più varie, ma solitamente è concentrata. Mentre nel selfie il soggetto si rivolge sempre alla camera, non sempre ciò accade nel ritratto. In tutti e due i casi il viso è ciò che viene messo in evidenza. Ma sia il ritratto che il selfie finiscono per inquadrare parte del tronco e oltre. Infine, mentre il selfie è un autoritratto, il ritratto quasi mai lo è ed è opera di un soggetto terzo.


L'esercitazione

Gli studenti vengono invitati a gruppi di tre a realizzare dei selfie di se stessi col proprio cellulare. Il momento da commemorare è esattamente quello che stanno riprendendo: l'ora del laboratorio di audiovisivo. Gli studenti sono invitati a realizzare vari scatti e a scegliere quale a loro avviso è più efficace nel ricordare quel momento. Le fotografie prescelte vengono inviate al docente.

Il docente le commenta in classe evitando giudizi, ma facendo notare i diversi stili di realizzazione. Anche gli studenti sono invitati ad intervenire con commenti non offensivi o derisori nei confronti dei compagni. Si sottolinea come i risultati più efficaci rispetto alla consegna sono quando nel quadro sono inclusi elementi che servano a ricordarsi quel particolare  momento.

In un secondo momento gli stessi gruppi, possibilmente con gli stessi vestiti vengono impegnati nella ripresa del proprio ritratto. Dato che gli studenti non hanno ancora le competenze per realizzarlo, il docente allestisce un piccolo set con, ad esempio, uno sgabello, un fondale e un paio di luci. Davanti allo sgabello viene sistemata una fotocamera su treppiede. Si utilizzerà la modalità automatica. Uno del gruppo può essere chiamato a turno a reggere, posizionaldolo correttamente, un riflesso. Un altro membro del gruppo è incaricato di inquadrare il personaggio scegliendo il tipo di taglio. Ogni membro del gruppo si farà ritrarre, anche con più tentativi. I risultati giudicati migliori dagli studenti verranno inviati al docente.

Il docente commenta i ritratti in classe facendo notare:

a. la differenza radicale del genere (selfie e ritratto), senza giudicare se uno sia peggio o meglio rispetto all'altro;

b. le conseguenze comunicative di avere scelto tagli diversi (tra FI e PP ad esempio);

c. cosa comunica del soggetto la posa e l'espressione del viso scelte.

Di passata si daranno suggerimenti sulla centratura del soggetto, l'eventuale eccesso o mancanza di aria in testa, la leggibilità dell'immagine, ecc.